sabato, giugno 23, 2007
Ricordi
Mi meraviglio di quanto sia cambiato il mio atteggiamento verso il dolore col passare degli anni.

Quando è morta nonna Luciana avevo 12 anni.
Ho passato la mia infanzia con lei, guardava i cartoni animati con me e mio fratello, preparandoci fette di pane e nutella o mela grattuggiata, mi comprava di nascosto le figurine perchè mio padre non voleva...era l'unica persona adulta che abbia seriamente giocato con noi.
Quando è morta io ero tornata da poco da scuola e stavo facendo un disegno. Mi ricordo che quel disegno è rimasto appeso sul mobile di camera mia per anni.
Bimba com'ero, ricordo che ho deciso di mia spontanea volontà di non volerla vedere dopo che era successo tutto...così di lei mi è rimasto inalterato il ricordo mentre stava seduta in poltrona, dietro me e Andrea svaccati per terra, a guardare Denver.

Per nonno Tonino è stata più dura.
Ha passato mille malanni, tumori, operazioni di ogni genere, ma non ha mai, mai perso l'ottimismo e la voglia di vivere. Credo abbia passato, senza esagerare, 20 anni dentro e fuori dall'ospedale, ma si è sempre ripreso alla perfezione.
Quello che l'ha fatto decadere è stato l'Alzheimer.
E' stato orribile.
Sono stata male ma ho mandato giù tutto, pensando solo che "ora sicuramente sta meglio".
Non ho mai pianto davanti a nessuno in quell'occasione, non ho voluto vederlo...ho rimosso il giorno, la data, tutto...se dovessi pensare a quanti anni sono passati giuro che non lo saprei.
Solo un annetto fa, guardando lo sgabellino che mi aveva costruito perchè non arrivavo a toccare terra con i piedi suonando il pianoforte, l'ho ricordato...ho pianto sorridendo.

E ora nonno Carlo.
Quattro mesi di agonia, dentro e fuori dall'ospedale...l'abbiamo visto decadere lentamente, abbiamo vissuto il suo declino.
Sarà perchè sono cresciuta...ma mai come questa volta ho sentito il bisogno di stargli vicino, dall'inizio alla fine. Se lo meritava.
Il mio nonnino veneziano è la fonte di tutti gli "accenti-non-milanesi" che ho, è colui che mi ha fatto conoscere Venezia camminando per le calli più nascoste, che parlava in dialetto, a 85 anni scriveva al computer e usava il cellulare, mi ha fatto nascere la passione per le parole crociate, quelle difficili, è grazie a lui che ora ripulisco il piatto quando ho finito di mangiare...
...l'ultima volta che l'ho visto, nel letto d'ospedale, ha chiamato in disparte me, mio fratello e mia cugina e ci ha raccontato una barzelletta...
Ed è questo che bisogna ricordare di lui. Ed è per questo che fa così male la consapevolezza di averlo perduto.

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Piccolo Fiocco di Valina at 16:24 | Permalink |


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